Il Comitato Territoriale ARCI di Caltanissetta ed il Circolo ARCI Le Nuvole di Gela aderiscono allo sciopero generale indetto per il 28 luglio da CGIL, CISL e UIL contro la decisione di ENI di bloccare gli investimenti a Gela come in altri siti industriali del meridione ed il ridimensionamento degli assetti occupazionali.
La decisione di ENI rischia di avere ripercussioni sociali drammatiche in un territorio già fortemente provato da una grave crisi occupazionale che è frutto anche del fallimento di una classe politica locale che non ha saputo nel corso dei decenni pianificare strategie di sviluppo alternative a quelle della grande industria, né favorire azioni di coesione sociale in grado di sviluppare un reale coinvolgimento della comunità locale nelle scelte decisive per il territorio.
Le scelte di ENI non possono essere giustificate solo con esigenze di mercato e di strategie aziendale senza che il Governo Nazionale, azionista di riferimento del gruppo industriale, si assuma la responsabilità di quanto sta avvenendo in questi giorni a Gela. Quella che si gioca in questa fase non può essere ridotta ad un mero confronto tra azienda e lavoratori sugli assetti occupazionali ma deve coinvolgere l’intera comunità poiché questa può essere l’occasione per avviare un processo di pianificazione delle politiche di sviluppo locale che inchiodi l’ENI, e di conseguenza il governo nazionale, alle sue responsabilità riguardo al degrado ambientale prodotto dalla presenza del petrolchimico (Gela è stata riconosciuta per decreto area ad alto rischio ambientale già nel 1995) e quindi alla necessità di presentare un piano industriale che non guardi solo ai profitti, peraltro ampiamente raccolti da ENI a Gela, ma anche alle conseguenze sociali che le attuali scelte produrranno.
Nell’esprimere solidarietà ai lavoratori del diretto e dell’indotto, lanciamo un appello a tutta la comunità locale affinchè si avvii un confronto sereno e propositivo sulle prospettive future di questo territorio, un confronto che deve tenere conto delle esigenze occupazionali, di tutela della salute e di recupero ambientale del territorio. Solo se saremo una comunità coesa saremo in grado di chiedere al governo nazionale ed all’ENI interventi reali di sviluppo senza cedere, come è avvenuto alcune volte in passato, al ricatto del più forte.